Programma
2023

23 Giugno
Giovedì 23-06-2022
ore 15:30
Teatro Sperimentale - Sala Grande

Allegria di naufragi 1

Claudia Muratori

Corti in mostra - Focus Claudia Muratori

Italia

POTENTIAE (Italia, 1994/96, 2’50”)  
ROUGE (Italia,1998, 1’15”)  
SOSPESA (Italia, 1998, 1’30”)  
LATITUDE (Italia, 2001-2014, 4’40”)  
PLUSOUMOINS (Italia, 2015, 3’23”)  
ALLEGRIA DI NAUFRAGI (Italia, 2015, 1'05”)  
SHADOWGRAM (Italia, 2016, 4'22”)  
GLITCH (Italia, 2016, 2’)  
INTER★STELLAR (Italia, 2019, 30”)  
ANDANTE MODERATO (Italia, 2020, 2’35”)  
UN SALUTO! (Italia, 2020, 1’40”)  
IL TEMPO (Italia, 2020, 3’)  
LA CITTÀ INCANTATA (Italia, 2021, 1’30”)  
DOTS PER INCH (Italia, 2021, 1’53”)  
CURAMI (Italia, 2021, 21”)  
CHIARO DI LUNA (Italia, 2021, 13”)  
MI TOGLI GLI OCCHI (Italia, 2022, 2’45”)  
SE NON AVESSI QUESTO CORPO NON SO COME SAREI (Italia, 2022, 2’52”)  
Incontro con l’autrice a cura di Pierpaolo Loffreda

Linda Hambäck3 cred Anna Simonsson

Claudia Muratori è disegnatrice e autrice di corti di animazione. Ha illustrato per la stampa e svolto docenza all’Accademia di Belle Arti di Urbino dal 2004 al 2018. È autrice di sigle e visual animati per festival, televisioni, enti, documentari e collabora con studi video e di comunicazione. Si esprime nel linguaggio multimediale attraverso un minimalismo di segni, colori e forme. Alcuni suoi video di animazione sono stati inseriti nella Collezione Video d’artista a La GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Fa parte del gruppo 'Fuorinorma’ ideato e curato da Adriano Aprà.

Claudia Muratori è un’altra protagonista del cinema d’animazione d’autore formatasi alla Scuola del Libro di Urbino, nella sezione Disegno animato, come molti fra i migliori in Italia. E anche lei ha uno stile molto personale, inconfondibile. Ha esordito giovanissima, nel 1994, con Potentiae, facendosi subito notare (anche da noi). Il suo linguaggio espressivo è basato su un tratto minimale, capace di rappresentare figure, soprattutto femminili, e forme impegnate in trasformazioni acrobatiche. La presenza umana è sempre avvertibile, per quanto stilizzata, mutilata, impegnata in metamorfosi aeree. La funzione principale messa in gioco è quella dell’unione, degli abbracci, dei contatti in volo. Gli sfondi si alternano sulla base di variazioni di colori forti: il nero, il rosso, il blu, il giallo acido. Sfondi cromatici che permettono alle figure di stagliarsi sullo schermo, con una netta prevalenza femminile, come si diceva: presenze capaci di rimandare ad una dimensione intima, raccolta, di coppia, di famiglia, e insieme di rinviare ad un ambito simbolico. Viene in mente l’“eterno femminino” evocato dalla poesia di Andrej Belyj, e soprattutto del grande Aleksandr Blok (San Pietroburgo, 1880-1921). I voli, invece, fanno pensare a Marc Chagall, ma in una versione essenziale e lineare. Riecheggia anche, a livello pittorico, la lezione di Paul Klee, di Joan Mirò, di Osvaldo Licini, a nostro parere, almeno a livello di suggestioni che lo spettatore può riconoscere. La dissoluzione e ricomposizione delle forme - e della coscienza - si attua grazie alla presenza marcata di uno sviluppo musicale di tipo elettronico-sperimentale, che sostiene i movimenti.
Dicevamo degli elementi simbolici, fondamentali e universali, presenti nei film di Claudia Muratori: l’uovo rimanda alla vita che si rinnova, ed è un simbolo antichissimo. Ancora oggi quello di struzzo, enorme e resistente, viene impiegato da alcuni popoli della Valle dell’Omo, nell’Africa centro-orientale (in Etiopia), dove è nata l’umanità, come elemento benaugurante, di fortuna e prosperità, posto in cima alle capanne. Ridotto in piccole rondelle veniva utilizzato, sia nella preistoria che in tempi recenti, per realizzare collane per ragazze. Le mani, stilizzate e isolate dal corpo, rievocano la consapevolezza di sé, della propria presenza nel mondo, e compaiono, ripetutamente, fra le pitture più antiche e affascinanti realizzate da noi Homo Sapiens: quelle della Grotta Chauvet, lungo il fiume Ardèche, in Francia, di 32.000 anni fa. Ma le troviamo anche altrove: la loro è una presenza ricorrente, stagliata nel nostro immaginario. Abbiamo poi la stella a cinque punte, il pentacolo, che rappresenta l’unione fra microcosmo umano e macrocosmo (l’infinito, secondo gli antichi). Le cinque propaggini ed estremità simboleggiano i cinque elementi del processo della creazione, in una visione esoterica: l’acqua, l’aria, la terra, il fuoco e lo spirito. Secondo questa idea, l’uomo e la donna, come tutto l’universo, verrebbero da tale connubio. E infine il corpo femminile nudo, sulla cui simbologia non mi dilungo. Tutti veniamo dalla meraviglia, e aspiriamo di tornarvi. Quindi solo apparentemente il cinema di Claudia Muratori può definirsi “minimalista”: in realtà esprime sensi profondissimi e ancestrali, e lo fa in maniera complessa.
È poi versatile: oltre ai film squisitamente “autoriali”, Claudia, che ha sempre lavorato in proprio nella comunicazione, a più livelli, ha anche realizzato, col suo stile originale, la sigla di un happening, “Popsophia”: Allegria di naufragi (2016), i titoli di testa e di coda del film Shadowgram, di Augusto Contento (2016), due animazioni per il programma di Rai 3 “Report”: Il Tempo (2020) e Curami (2021). Le figure umane scompaiono nel più astratto dei suoi film: Dots per Inch (2021), mentre in Andante moderato e in Un saluto (entrambi del 2020), realizzati non a caso nel periodo più duro della pandemia, compaiono per la prima volta la figura umana (quella dell’autrice, in casa) e la ripresa dal vero, combinata con l’animazione.
Il tratto distintivo del lavoro di Claudia Muratori ci pare quello della curiosità: una ricerca continua, e un interrogarsi, nei suoi film, sugli statuti del proprio linguaggio. Ha scritto significativamente l’autrice, a questo proposito, in una nota personale finora inedita: «L’immaginazione è una potenzialità dell’essere umano ineguagliabile, non si pensa senza immagini. E non si sogna senza immagini. È una possibilità di espressione personale di grande libertà ed è il tramite primordiale per ciò che riguarda la mia personale esigenza di creare ‘immagini’ e di sentirmi disegnatrice. Il movimento, grazie al cinema di animazione, è demiurgo per le immagini, e muoverle è una privilegiata strada che trascina nel vortice dell’incanto e del possibile. Un fascino irresistibile, il movimento associato alla visione. Il mio immaginario nasce da un mélange di suggestioni, di espressioni artistiche, anche all’antitesi fra loro. Le muse sono il cinema sperimentale, l’espressionismo astratto, il minimalismo, la musica sperimentale, e un particolare interesse per il corpo inteso come un perimetro di pelle e contenitore dell’inimmaginabile».
Pierpaolo Loffreda

Come è iniziata la tua storia nel mondo delle immagini? Qual è stata la tua formazione?
Ho sempre disegnato. Fin dall’infanzia disegnavo immagini, fumetti, e dipingevo. Mi sono sempre sentita disegnatrice e ho sempre pensato che avrei realizzato ‘i cartoni animati’. Muovere, anche solo vedere la vibrazione del segno prodotta dal movimento, è già ‘il racconto’: le immagini si muovono, muovere è raccontare. Raccontare con il movimento le immagini, fare muovere le immagini, il desiderio di muovere e di vedere il movimento è sempre stato impellente per me, come se l’immagine ferma-fissa non fosse completa, e il pensiero libero nel flusso dell’immaginazione/dell’immaginifico è stato il primo conduttore a portarmi a disegnare in movimento. La sintesi che uso nelle forme, il minimalismo, risolve e appunto sintetizza la produzione delle tante immagini in successione una dietro l’altra, simili ma diverse. Il frame by frame è “un istantaneamente”, una modalità diciamo impressionista di cogliere l’essenza lasciando libera l’estemporaneità del segno e anche quella del contenuto, pur interpretando simbolicamente le cose. Il racconto è intrinseco, legato all’indefinito e ad uno stato embrionale della creazione.
Il fascino del non identificato, dell'indecifrabile, è più forte di quello del raccontare in modo didascalico, ed è stato il preludio di una certa forma visiva astratta che ho ricercato. Nei miei corti c’è sempre una storia con una narrazione non didascalica, ermetica come mi è stato spesso detto. Estrarre un’immagine dalla realtà, suggerita dalla realtà attraverso il sovrapporsi di una serie di suggestioni, e portarla nell’irrealtà, conduce ad uno spazio poetico, astratto. Asciugare le forme ed anche i contenuti è stata la mia principale esigenza: “L’ispirazione è una espiazione sensoriale”. Realizzare un video di animazione, trasfigurare il pensiero “in movimento” nella realtà, è come essere un’equilibrista che tiene in mano più dimensioni insieme, che cerca di far comunicare tra loro lo spazio e il tempo con l’uso del mezzo tecnologico e il compromesso tra la dimensione dell’irreale e del reale e cercare di farli combaciare. Il video, e in particolare il video di animazione, per me è un mezzo completo che racchiude infinite possibilità creative ed espressive, è la somma di più media sensoriali, di multimedialità, ed infine è un’avventura extrasensoriale.

Quali sono stati i tuoi studi nel campo del cinema d’animazione?

L’esperienza alla Scuola d’Arte di Urbino, riassumendo in una frase, è stata “un’educazione alla visione”: guardare, poter vedere e imparare ad osservare ad una certa altitudine è un privilegio, per il luogo e l’atmosfera dove si tramanda la passione per il disegno, soprattutto in giovane età. All’Accademia di Belle Arti, dove ho insegnato, confrontarsi con le nuove generazioni così performanti mi ha posto l’interrogativo dell’elasticità, della comunicazione e della contemporaneità, che cosa significa veramente entrare in rapporto con l’altro, e penso che la lezione più importante sia quella di cercare di comunicare. Ho sempre avuto l’esigenza di avere esperienze diverse legate all’immagine nel concreto: ho fatto dei brevi corsi di tecnica cinetelevisiva ed editing, e ho avuto ingaggi lavorativi svolgendo ruoli non rilegati al disegno. Volevo confrontarmi con altri contesti, altri linguaggi ed altre professionalità. Ho realizzato alcuni corti pubblicitari e videointerviste, partecipato a set di produzione di lavori audiovisivi: mi ha sempre interessato il linguaggio dell'audiovideo nelle sue variegate possibilità e forme espressive, da quella artistica a quella commerciale, e penso sia fondamentale oggi avere una consapevolezza panoramica del mezzo di comunicazione che si usa e dei contenuti. Ho cercato attraverso queste esperienze di apprendere il possibile per rendermi autonoma in termini di produzione e autoproduzione. Oggi mi considero un’autrice indipendente. Un’esperienza altrettanto formativa è stata quella di aver illustrato articoli per alcuni magazine e quotidiani dove è richiesto di realizzare ‘immagini fisse’ e non in movimento, ma ad una certa velocità di esecuzione, ed è stato un valido contrappunto alla modalità creativa del pensiero in movimento. In questo caso, si doveva prendere un’immagine sola e trattenerla. Ma il cinema di animazione è da sempre il mio primo amore.

Quali sono stati, dall’inizio ad oggi, i tuoi riferimenti pittorici e cinematografici preferiti?
Ti do un elenco, mettendo insieme pittori, registi, videoartisti, scrittori e filosofi. Sono autori che mi hanno fatto pensare, innamorare e sognare: Méliès, Emile Cohl, Vasilij Kandinskij, Paul Klee, Nicolas De Staël, Roland Topor, Luis Buñuel, Man Ray, Jan Lenica, Zbigniew Rybczynski, Walerian Borowczyk, Jean Cocteau, Osvaldo Cavandoli, László Moholy-Nagy, Philip Mulloy, Ingmar Bergman, Chris Marker, la Nouvelle Vague francese, Chantal Akerman, David Cronenberg, Martin Scorsese, Werner Herzog, Ian McEwan, Raymond Carver, Thomas Bernhard, Merleau Ponty, Gilles Deleuze, James Ballard, Karl R. Popper, Zygmunt Bauman, Louise Bourgeois, Joseph Beuys, Anselm Kiefer, Bill Viola, Studio Azzurro, Matthew Barney, StudioZimoun, Alexander Chen, Katsuhiro Oguri, Enrico Ghezzi, Charles Burns, Chester Brown, Davide Toffolo, Emanuele Fior, Marjane Satrapi, Eddie Opara, Bruno Munari, Johann Sebastian Bach, Vivaldi, Pierre Henry, Gianluigi Toccafondo, Alva Noto, Joy Division, Bauhaus, Gandhi. Scendere nel dettaglio di queste passioni richiederebbe troppo spazio e tempo.


TUTTE LE PROIEZIONI SONO GRATUITE