PFF
COLLEZIONI

23 Giugno
Mercoledì 23-06-2021
ore 16:00
Evento Online

 

a cura di Federico Rossin

CENSURA, FORMA E POLITICA

Webinar e proiezioni online sulla piattaforma Zoom con traduzione simultanea italiano/inglese. Torna su questa pagina il giorno dell'evento per ricevere il link con cui partecipare online.

A partire dal lavoro svolto per una precedente programmazione, trovo interessante comporre un meta-programma di documentari polacchi che vennero censurati alla loro uscita e rimasero invisibili per decenni, e che oggi, ironia della sorte e della rete, si trovano tranquillamente on line, per di più con sottotitoli. L'accusa di «formalismo» ha sempre nascosto, nei paesi della sfera socialista, un'accusa di deviazione dal pensiero unico, di libertà espressiva senza fondamenti ideologici. Questi film, che attraversano tutto il secondo '900 polacco per arrivare fino agli anni '80, mostrano come l'unione di forma e contenuto, in funzione critica, abbia permesso la reinvenzione di uno sguardo sulla realtà e l'utopia di un altro mondo più giusto e vero. La via sperimentale del documentario polacco.

Natalia Brzozowska - Kopalnia [La Miniera] (1947, 10')
Anche se la sua tecnica di montaggio assomiglia a quella dei film sovietici, né l'estetica dell'espressionismo tedesco di Brzozowska né il suo ritratto tragico dell'industrializzazione potevano piacere ai dirigenti del partito comunista alla fine degli anni 40, quando si puntava sul realismo socialista. Il film non è mai stato mostrato in pubblico.

Grzegorz Królikiewicz - Nie płacz [Non piangete] (1972, 9')
Un gruppo di amici che si salutano prima di partire per la guerra. Le loro ultime ore da civili e coscritti: un'ultima nuotata, e poi via verso il binario e i treni che li porteranno alle loro unità - un'atmosfera di esaltazione, ribellione, nostalgia... Gli ultimi momenti di libertà...

Wojciech Wiszniewski - Opowiesc o czlowieku, który wykonal 55% normy [Una storia di un uomo che ha compiuto il 55% della quota] (1973, 25')
Bernard Budgol è un minatore e un leggendario leader del sindacato socialista negli anni '40 e '50. Strutturato intorno a una dissonanza e una contraddizione, il film sembra uno specchio rotto. I discorsi di Budgol non formano un insieme coeso, ma entrano in conflitto tra loro. La moglie, i figli e i compagni minatori tendono ad essere critici nei suoi confronti, mentre il protagonista stesso si sente costretto a difendere la sua leggenda e la giustezza della sua condotta.

Piotr Szulkin - Kobiety pracujące [Donne lavoratrici] (1978, 6')
"Il ritmo di quel film viene da una mia invenzione tecnologica. Se ricordo bene, l'ho girato a 16 fotogrammi al secondo e poi ho raddoppiato ogni fotogramma. Quando ho venduto il film in Germania, i tedeschi si sono lamentati che la copia aveva degli errori tecnici. Nelle mie battute, lo faccio sempre notare come tipicamente tedesco. La distorsione della realtà è la chiave del film, ma l'hanno comunque presa come un errore. [...] Con Kobiety pracujące, la commissione tecnica ha minacciato di perforare il negativo. Si diceva che il mio film offendeva i lavoratori socialisti".

Marcel Łoziński - Ćwiczenia warsztatowe [Esercizi d'atelier] (1986, 12')
« Cosa pensa della gioventù polacca? » Un sondaggio di strada con una domanda apparentemente innocua. Ma Marceł Łoziński riproduce più volte variandole le scene girate e mostra pragmaticamente come funziona la manipolazione dei media e dell'opinione pubblica.

a cura di Gianmarco Torri

Questa sezione nasce come tentativo di riflettere criticamente su quello che è accaduto nell'ultimo anno. Obbligati/e a vivere e a lavorare quasi esclusivamente online, abbiamo assistito a innumerevoli proiezioni, incontri, conferenze virtuali, e ognuno/a di noi si è reso/a pienamente conto della quantità di materiali disponibili sul web.

Materiali talvolta comparsi in relazione alle esigenze di questo anno vissuto a distanza, come sostituto virtuale di forme di programmazione cinematografica tradizionali, ma per altri versi e in gran parte già disponibili da anni sui siti e i canali di molte istituzioni archivistiche, associazioni, musei, festival, progetti culturali e filmmaker.

Ci siamo imposti di provare a capire come l'esperienza di questo anno potesse trasformare il nostro lavoro, cercando di reagire positivamente a questo momento storico e di trarre qualche lezione utile per il futuro.

Nessuno più di noi crede all'attualità e alla necessità di un'esperienza cinematografica reale e in sala, e abbiamo cercato di dimostrarlo con una sezione super8 che nelle ultime edizioni ha presentato e fatto scoprire non solo “immagini”, ma i film nella loro materialità, i cineasti e le cineaste con la loro personalità e fisicità, la proiezione nella sua dimensione performativa, esperienziale e collettiva.

Ma non si può ignorare quello che è accaduto, e i cambiamenti di prospettiva, culturali e sociali che questo ha provocato. In fondo abbiamo forse guadagnato una maggiore lucidità su quello che stava succedendo da almeno due decenni.

Per rispondere a questa sfida in una prospettiva di lungo periodo abbiamo declinato la nostra riflessione sui materiali accessibili liberamente e permanentemente online, che ci paiono quelli che più si prestano a modificare i tradizionali equilibri tra accesso, curatela e cultura cinematografica.
E quelli che, in una dimensione ancora un po' utopica (e non per forza pirata), consentono davvero il superamento di alcune barriere (gerarchiche, geografiche, economiche e culturali) e di mantenere in vita un'interpretazione (forse dimenticata e comunque oggi poco praticata) del web come qualcosa di diverso da uno dei tanti strumenti per la trasmissione di contenuti a pagamento.

Il flusso di immagini disponibile liberamente attraverso la rete non diminuirà sicuramente nei prossimi anni, ed è anzi certo che continuerà a crescere esponenzialmente.
Ci siamo detti che questo territorio immenso offre a chi vuole fare cultura cinematografica un patrimonio mai così facilmente a portata di mano, in una certa misura persino sottratto alle scelte del mercato e degli operatori commerciali, che merita di essere messo in evidenza e che può essere valorizzato invece che essere solo deprecato perché svilisce l'esperienza del cinema, come se la maggior parte di noi, anche per sfuggire agli orizzonti culturali limitati della programmazione cinematografica tradizionale, non si fosse formata già da decenni attraverso “piccoli schermi”.

Abbiamo scelto di esplorare questo patrimonio, non con una improbabile attitudine enciclopedica – mappare ed elencare siti web, o risorse online, per quanto utile, non equivale a produrre una riflessione su questa opportunità.
Quanto piuttosto attraverso la guida e il punto di vista critico di alcuni/e curatori/curatrici che si mettessero in gioco in questo esperimento e che ci offrissero la loro esperienza.

Abbiamo chiesto di esporre e condividere gli strumenti che – ognuno/a nel proprio campo d'indagine – usano per orientarsi, i punti di riferimento, le conoscenze, gli snodi concettuali con cui affrontano la costruzione di un percorso online e gli usi che fanno (e pensano di poter fare) di questa dimensione cinematografica “virtuale” nel proprio lavoro, in una modalità che metta in luce le opportunità e le criticità, che sappia contestualizzare e collocare le risorse in una dimensione storica e critica, che ci faccia al tempo stesso scoprire nuovi sentieri e che ci dia gli strumenti per crearne di nostri.

Si tratta senza dubbio di un percorso in progress, che tuttavia crediamo vada seguito e che siamo convinti che negli anni a venire porterà grandi cambiamenti sia nell'accesso al patrimonio cinematografico mondiale, sia nel lavoro della curatela e della programmazione, sia nella didattica e nella diffusione della cultura cinematografica.

Vorremmo che Pesaro diventasse il luogo di esplorazione critica di un territorio che tutti/e frequentano ma che nessuno/a conosce appieno, e che dalla condivisione e giustapposizione di prospettive nascesse gradualmente una mappatura, e un'ipotesi di lavoro per il futuro.

A questa sezione si accompagna un e-book, pubblicato dalla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema e disponibile gratuitamente sia sul sito del festival che sulle principali piattaforme di distribuzione, che approfondisce questa riflessione attraverso saggi critici e ulteriori percorsi di visione dei curatori e delle curatrici qui presenti a cui si aggiungono i preziosi contributi di Oliver Hanley, Maurizio Marras, Rick Prelinger.

 


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