PFF
Press

Il racconto di venerdì 28 agosto

VINICIO MARCHIONI, GIURATO E REGISTA, PRESENTA CON MILENA MANCINI IL SUO FILM: IL TERREMOTO DI VANJA - LOOKING FOR CHECOV  

TRA I FILM DEL CONCORSO L’ORIGINALE ANIMAZIONE POLACCA KILL IT AND LEAVE THIS TOWN

Il penultimo giorno della 56° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro è iniziato con gli incontri con i registi del Concorso al Cinema Astra, al quale ha partecipato in presenza Manuel Billi, accompagnato, in collegamento dai rispettivi paesi, da Felipe Bragança, Shun Ikezoe e Thelya Petraki. I giovani registi hanno avuto così modo di confrontarsi con il pubblico per spiegare aspetti particolari dei loro lavori e parlare dei progetti futuri. Successivamente è stato presentato il volume Luce su Alberto Sordi che corona idealmente l’omaggio tenutosi ogni sera al cinema in spiaggia per il centenario dalla nascita del grande attore romano. A presentare il volume curato da Gerry Guida ed edito da Artdigiland erano presenti l’editrice Silvia Tarquini e Sergio D’Offizi, grande direttore della fotografia che ha collaborato con Sordi in decine di film.

Le proiezioni sono invece iniziate nel pomeriggio al Teatro Sperimentale, dove è andata in scena la seconda parte della sezione Corti in Mostra con ben 16 cortometraggi d’animazione italiana, molti dei quali accompagnati da un’introduzione dei registi stessi. È stata però soprattutto la giornata che sancisce la chiusura del Concorso Pesaro Nuovo Cinema - in attesa delle premiazioni - con la presentazione degli ultimi quattro film in gara, a cominciare dal lungometraggio d’animazione sperimentale Kill It and Leave This Town dell’animatore polacco Mariusz Wilczynski. Opera dalla gestazione complessa, durata oltre 14 anni e che ha coinvolto alcune delle figure più illustri della cultura polacca, è un ideale tentativo di venire a patti e tornare a dialogare con i propri cari e con la città natale, Lodz. Un’opera sorprendente e provocatoria, lontanissima da qualsiasi idea di narrazione tradizionale che mette in scena nell’unica maniera possibile, incoerente e immaginifica, una profonda crisi esistenziale.

Lo sperimentalismo e l’assenza di una narrazione tradizionale accomuna anche due cortometraggi del Concorso, Hi_8 [Transfert on file] di Erik Negro, già presente a Pesaro lo scorso anno con Non c’è nessuna Dark Side, che ha presentato una riflessione sulla luce (e le sue ombre) mescolando analogico e digitale, e Wasteland No.2: Ardent, Hardy, Hearty di Jodie Mack, secondo capitolo della serie Wasteland che è un elogio dei cicli della natura costruito attraverso una serie rapidissima di associazioni visive. L’ultima opera in Concorso è un mediometraggio di Bruno Delgado Ramo, Un baile con Fred Abstrait seguido de una pelicula en color, un’operazione originalissima divisa idealmente in due segmenti che ricostruisce il processo di girare e montare un film tutto all’interno di una stanza, la quale è allo stesso tempo oggetto della macchina da presa e luogo di creazione.

Piazza del Popolo, invece, ha visto protagonista il giurato Vinicio Marchioni insieme all’attrice Milena Mancini, entrambi intervistati sul palco da Boris Sollazzo. Marchioni ha presentato infatti la sua seconda opera da regista, una docu-fiction di cui Mancini è protagonista, intitolata: Il terremoto di Vanja – Looking for Chekov. Un on the road che unisce un immaginario dialogo tra lo scrittore russo (a cui dà la voce Toni Servillo) e il suo personaggio più celebre, alle immagini di devastazione prodotte dai terremoti che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni, da Amatrice a L’Aquila. Macerie morali e fisiche si sovrappongono quindi grazie all’utilizzo di linguaggi diversi e suggestioni eterogenee.

Penultimo appuntamento con l’evento speciale dedicato a Giuliano Montaldo con la proiezione di I demoni di San Pietroburgo (2008), film vincitore di due David, ideato da Andrei Konchalovsky che segna il ritorno di Montaldo al lungometraggio di finzione dopo quasi vent’anni. Un’opera imponente per cura della messa in scena e per la storia che racconta, con una sapiente divisione dei piani narrativi nella Russia zarista in cui vive Dostoevskij, il quale si muove all’interno di un complesso affresco politico per sventare un attentato terroristico. Per il cinema in spiaggia, invece, in programma c’era Detenuto in attesa di giudizio (1971) di Nanni Loy, un film che contiene una delle interpretazioni drammatiche più riuscite di Sordi, per la quale vinse l’Orso d’argento a Berlino. Per l’occasione è stato chiamato a presentare l’opera il direttore della fotografia del film, e collaboratore di lunga data dell’attore, Sergio D’Offizi. Sordi interpreta qui un geometra italiano di ritorno dalla Svezia che, accusato di omicidio, viene gettato in un incubo kafkiano senza uscita che è allo stesso tempo grido di denuncia contro il sistema carcerario dell’epoca.